Psiche e Pan: l'inevitabile incontro con la paura della trasformazione

Il divenire psichico rivela i numerosi passaggi ai quali la mente umana deve sottoporsi, per assurgere alla consapevolezza e liberarsi dai numerosi condizionamenti acquisiti. Il mito incarna non soltanto una dimensione psichica ma un sistema di legami autopoietici che, attraverso un racconto per allegorie, fissa in immagini archetipiche lo sviluppo della mente umana nel suo divenire storico personale ed ontologico.

In una delle pagine scritte da Apuleio nell’opera “Le Metamorfosi”, Psiche è appena stata abbandonata da Amore a causa del suo crescente bisogno di illuminare il buio che avvolge il suo oggetto d’amore e dare così forma all’afflato erotico a cui si concede solo nel buio della notte, poiché Eros stesso si cela potentemente ai suoi occhi ingenui.

Una notte, mossa da un crescente coraggio, sostenuto non dalla volontà di conoscenza ma dal dubbio e dalle voci delle sorelle invidiose della sua condizione di sposa ad un Dio, descritto come un tiranno mostruoso, decide di illuminare il marito dormiente con una lampada ad olio (simbolo di conoscenza epistemica) per poter finalmente scorgerne il suo aspetto e pronta a trafiggere con una lama di rasoio il consorte, recidendo così il legame con tale sconosciuta entità.

“ Le ciocche di capelli si distribuivano ed allacciavano graziosamente, in modo che le une coprissero la fronte e le altre la nuca, facendo impallidire, con lo splendore lucente che irradiavano, persino il chiarore della lucerna.

Sugli omeri le bianche ali brillavano come fiori luccicanti di rugiada, e, sebbene giacessero in stato di riposo, le loro piume molli e delicate palpitavano tremule con capricciosa irrequietezza...Ai piedi del letto l'arco, la faretra e le frecce..."

Frecce poi, sfiorate appena da Psiche, ma capaci di far vibrare in lei la trafittura di una possessione, sensoriale e psichica insieme.

Rapita e sopraffatta si scompone nel turbamento estetico e lascia che una goccia d’olio cada dalla lanterna e svegli quel corpo dormiente, che si desta e fugge via.

Psiche si trova sola e disperata sulla riva di un ruscello, nel quale vuole terminare la sua vita, improvvisamente priva di senso e prospettiva. Quand’ecco che incontra Pan, il dio delle selve, al quale il ruscello devoto, porge la fanciulla salvandola dalla morte e mettendola in contatto con il Dio. L’incontro con una divinità, che incarna la potenza del richiamo alla trasgressione ed abbattimento dalle difese fisiche e psichiche attraverso l’unione con la potenza creatrice, con la conoscenza lucida ed inclusiva della paura, della capacità di provare paura ed incutere paura, porta Psiche entro ed attraverso l’Oltre psichico.

Il passaggio inevitabile con l’incontro con il Dio Pan, è una delle “prove” che Psiche dovrà sostenere prima di venir riconosciuta da Amore e poterlo ri-conoscere e farlo suo.

Questo “passaggio” dal buio alla luce, questa trasformazione, si rende necessaria per integrare tutte le istanze psichiche e crescere nella completezza dell’Essere, liberato dalle cristallizzazioni nevrotiche e per questo, in movimento per divenire se stesso ed esperire la Conoscenza del mondo.

Il sintomo dolorosamente nevrotico poiché “fermo” ed identico a se stesso nel tempo, così come ogni atto comportamentale, è qui rappresentato da una metafora da svolgere, per comprenderne il significato profondo. Il percorso ermeneutico dal sintomo-simbolo alla sua matrice archetipica è proprio il cammino verso la guarigione, la comprensione di sé, l’equilibrio dinamico delle nostre forze inconsce.

Il percorso di risalita dell’anima Psiche, sprofondata nell'abiezione a causa della sua pretesa di arrivare alla Conoscenza del sapere profondo che anima i fenomeni, con i soli occhi immaturi, ne rivela i meccanismi proiettivi. Tali meccanismi, grazie all’ evocazione dell’intervento del divino a rispondere alla chiamata del Daimon dell’Amore, permettono a Psiche, all’anima di arrivare alla Sophia.

E’ un percorso doloroso, che vede lo psicoterapeuta come un medium attraverso il quale percorrere vie dense di ostacoli, fantasmi ed oscurità, sino ad arrivare a percorrere con passi sicuri e limpidi il luminoso chiostro della propria anima.